OTTOBRE 2017
Arrida povera e incolta, non chiedetemi perché ma questa era l’idea che mi ero fatta della Sicilia, fino al giorno in cui finalmente riuscii ad andarci.Il mio viaggio si è limitato alla zona dell’Etna dove ho trovato una terra fertile con acqua e tanto sole, quindi abbondanza di frutta e verdura.
La Doc Etna nasce nel 1968 ma è solo nel 1988 che Benanti capisce il potenziale di questo vino venduto imbottigliato anziché sfuso e da taglio come era stato fatto fino ad allora. La sua idea è stata intuitiva e seguita a ruota da altri vinificatori.
Si iniziò poi a selezionare le zone prediligendo i vitigni preesistenti: a sud con clima asciutto si notò che era la zona migliore per il Nerello Capuccio a est nella zona di Milo con clima piovoso era più adatta al Caricante e a nord-nord/est per il Nerello Mascarese, altri vitigni presenti sono Cataratto e Minella.
CLIMA = montano dai circa 300 m s.l.m. ai 1000 m s.l.m. fresco e con sbalzi termici
SUOLO = vulcanico con notevole variabilità in base anche alle colate laviche, dà sapidità e mineralità.
COLTIVAZIONE = principalmente ad alberello etneo ma anche a spalliera, si trovano spesso vigne vecchie.
Sono circa 800 gli ettari attualmente coltivati a vite con 130 produttori di uva e circa 45 vinificatori
Una volta i vini venivano fatti nei Palmeti, una specie di cantina con uno spazio dove si scaricavano le uve poi schiacciate con i piedi in modo che il liquido scendesse nei fori di scolo ad una zona più bassa, sempre in cemento, dove iniziava la fermentazione, infine si mettevano le vinacce sotto ad un tronco di castagno, tenute assieme con delle corde e lì si pressavano, prima di essere tolte dal vino. Ora sono rimasti per memoria o trasformati in sale degustazioni o musei, anche se ancor’oggi qualcuno, rarissimo, lo fa in questo modo.
Quattro giorni passati a visitare cantine e territori mi hanno dato un prima idea su questi vini, essi hanno buona acidità, tannicità e struttura, mentre il colore scarico mi ricorda il pinot nero e il nebbiolo, non solo nel colore ma anche nella loro tipicità di aver bisogno del terreno giusto per dare il meglio.
Le aziende che ho visitato:
come riportato ad inizio articolo, sono i pioneri dell’Etna in bottiglia;
ho trovato interessante il Nerello Capuccio 2012,
i cru da Nerello Mascarese e Capuccio: “Rovitello 2012 e 2005” coltivati a nord dell’Etna a 750 m s.l.m. e “Serra della Contessa” 2012 coltivati a 500 m s.l.m. ad est dell’ Etna.
Purtroppo il loro cavallo di battaglia “Pietramarima” da uve di Carricante nella zona di Milo a 950 m s.l.m. era finito e non ho potuto assaggiarlo.
La mia conclusione su questa cantina: vini ben fatti che piacciono.
Sono accolta dal carismatico Salvo Foti l’enologo e il filosofo di questa cantina, dove “la pianta è lasciata libera di gestire la quantità “ e i suoi vini rispecchiano la sua filosofia, ho trovato interessante il “Vigneri” rosso del 2017, non ancora in commercio, ho assaggiato un campione dall’anfora anche se non ancora pronto, la sua piacevole lunghezza e persistenza mi ha convinto.
E’ Giuseppe, figlio di Girolamo, che ha iniziato a vinificare nel 2005 dai vigneti ricevuti in eredità con all’interno vigne che arrivavano anche a 100 anni.
Microvinificazioni da parcelle diverse, uso di legno grande e cemento…che dire su quella cantina che più mi è rimasta impressa per eleganza e piacevolezza, caratteristica comune a tutti i suoi vini. BRAVI!
Peter Wiegner svizzero arriva prima in Toscana e poi in Sicilia.
Azienda agricola dedita alla filosofia biodinamica con autoproduzione di olio, verdura, frutta, vino e la possibilità di mangiare deliziosi cibi preparati dalla moglie Laura.
I vini non sono immediati, hanno bisogno di tempo per aprirsi e migliorare, ma hanno tutti una loro forte personalità, apprezzati soprattutto da chi cerca vini di carattere.
Silvia Maestrelli venuta in Sicilia dalla Toscana sulla scia di un innamoramento per questa straordinaria terra, acquista dapprima un vigneto vecchio a piede franco di Nerello Mascarese dove inizia con la collaborazione di Curtaz prima e Negro poi, la produzione di Musmeci rosso, ed integrando poi con altre vigne e altre etichette.
I vini che mi hanno colpito di più :
Erse Etna bianco 2016 cuvée di Caricante, Cataratto, Minella;
Etna bianco “Puddara” 2015 da uve di Carricante;
Erse Etna rosso da Nerello Mascarese e Capuccio 2012;
Musmeci da Nerello Mascarese a piede franco e vigna vecchia 2007.
Eleganza è l’aggettivo comune che userei per questi vini.