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nosiola in appassimento

La Nosiola è un vitigno presente in Trentino da molto tempo

è infatti classificato come un autoctono, la sua presenza è concentrata soprattutto in Valle dei Laghi e a nord di Trento fra Lavis e San Michele dove viene chiamato al maschile: il Nosiola.

Curiosando fra le diverse informazioni, leggo che nell’ampelografia di Viala e Vermorel (1909) la Nosiola era considerata sinonimo del vitigno “Dall’occhio bianca” ormai scomparso, presente sui colli di Conegliano, mentre Goethe (1876) Molon (1906) Catoni (1922)  Babo e Mach (1923) credevano che la Nosiola fosse sinonimo della Durella, vitigno tuttora presente in Veneto, e di Spargelen vitigno che si trovava in Alto Adige, furono poi smentiti da Marzotto nel 1925 e definitivamente da Cosmo nel 1937.

È il prof. Attilio Scienza che con i suoi studi lo classifica come autoctono trentino essendo coltivato e vinificato nello stesso modo, da  tempo immemorabile.

Egli con l’esame del DNA scopre che Nosiola e Groppello sono stati i primi vini, uno bianco e l’altro rosso, spontanei presenti nel Trentino a partire dai tempi dei Reti,  mentre il Vino Santo Trentino risale probabilmente al 1580 quando la Repubblica di Venezia, che consumava grandi quantitativi di vino dolce, avendo perso nella guerra con la Turchia il monopolio dei vini dolci del sud, diffuse nell’entroterra veneto friulano e veronese la produzione di questi.

La Nosiola molto coltivata fino a metà secolo scorso, vide un ridimensionamento, quando si smise di vinificare per uso proprio e si formarono le prime sociali le quali preferirono puntare su vitigni più internazionali.

Oggi sta ritrovando una sua identità grazie ai vignaioli e alla DOC Trentino Nosiola.

Alcune aziende la stanno rivalutando proponendola in diverse vinificazioni:

dalla macerazione sulle bucce all’aggiunta di uva parzialmente appassita per vini più strutturati alla selezione del cru migliore, ma la chicca più interessante resta il Vino Santo Trentino prodotto solo nella Valle dei laghi e ottenuto dalla Nosiola messa ad appassire su delle graticole (Arele) esposte all’Ora il vento del lago di Garda dalla vendemmia fino alla Settimana Santa .

Si ottiene così un vino dolce che ha una longevità incredibile, anche grazie all’acidità di questo vitigno.

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