Ricetta per una serata eno-mozionale
Ingredienti:
-Amici
-Bottiglie di vecchie annate
Mescola con la curiosità e la passione per il vino, consuma moderatamente Incantina .
Ecco il risultato:
1) Dolcetto 1969 di Villadoria.
Nessuno ha aspettative per questo vitigno, anzi tenendo presente che anche la cantina consiglia di consumarlo entro 5 anni, diamo per scontato di usarlo nell’insalata… invece con grande sorpresa degustiamo più di mezza bottiglia di un vino sicuramente molto maturo ma con una sapidità e tannicità che riesce ancora a far salivare la bocca, corto in persistenza ma emozionante pensandolo nei suoi 50 anni e con un grado alcolico di 12,6% a metà del vino però la concentrazione è tale da renderlo poco piacevole anche per una valutazione didattica.
2) Cabernet 1969 di Grigolli e Boschi cantina trentina che non esistente più.
Niente, nè profumi, nè sapore, colore scuro e spento. Peccato ma ci sta…
3) Barolo 1974 di Cantina Mascarello Michele & Figli C. Valletti snc – La Morra
Dopo la chiusura iniziale, pian piano si apre . Il colore è un granato vivo, profumi terziari di tostati, legno, poi anche un frutto maturo in confettura. In bocca ha iniziato la sua discesa dopo la maturazione ma si riesce ancora a bere, è ancora abbastanza vivo con una sua eleganza, da applauso …
4)Barolo 1961 di CANTINE MARCHESI DI BAROLO
Inizialmente chiuso, dopo l’ossigenazione riesce ad esprimersi con profumi di legno, speziati, tostati, balsamici, confettura di frutta rossa.Il colore granato è ancora vivo ma la grande sorpresa è in bocca, dopo 59 anni c’è un tannino e una freschezza ancora ben presenti, un vino maturo ma che non ha ancora preso la linea della discesa, ancora vivo e scalpitante. Ne segue un interessante dibattito fra dilettanti del vino con la conclusione che forse la straordinaria lunghezza nei vini soprattutto il Barolo 1961 e il dolcetto sia data anche da una importante solfitazione che ha bloccato la malolattica, ma per questo chiediamo conferma a chi è più esperto o direttamente alle cantine interessate se vorranno risponderci nei commenti. Molto cortesemente ci ha risposto la cantina https://marchesibarolo.com/:
“La ringrazio per l’attenzione che dedica ai vini della nostra cantina e per la richiesta di informazioni che ci ha inviato relativamente al Barolo del 1961: un millesimo classificato “Grande” a cui abbiamo attribuito le tre stelle. “Vino di grande classe caratterizzato da una notevole struttura, ricchezza ed ampiezza di profumi. Tannini dolci ed una moderata acidità, pienezza e armonia gli conferiscono una eccezionale eleganza”. Entrando nel merito della Sua domanda, possiamo confermarle che i grandi vini rossi da invecchiamento presentano sicuramente una importante dotazione in tannini: sono proprio questi, infatti, che, da una parte contribuiscono alla sensazione di volume al palato e, dall’altra, grazie alla loro forte attività antiossidante, svolgono un ruolo molto importante nel garantire la longevità di questi vini. Per quanto riguarda l’acidità, questa conferisce una nota di freschezza al vino ma, nel caso di vini rossi da invecchiamento, può fungere da fattore di amplificazione della sensazione di astringenza tipica dei tannini. Questo effetto è storicamente noto e, proprio in virtù di questo, non ritengo che, anche nel passato, si cercasse di ostacolare la fermentazione malolattica, il cui effetto “ammorbidente” era desiderato e ricercato. In quegli anni ( 60 anni fa!), si operava una debole solfitazione sull’uva pigiata, come azione protettiva e selettiva sulla microflora “nobile” e si procedeva ad una seconda solfitazione solo dopo la fermentazione malolattica, sovente prima dell’immissione in legno. Sicuramente, tra i componenti del vino, un ruolo predominante nel garantire questa longevità lo ascriverei ai tannini nobili di cui il Barolo è ricco e, sicuramente, le sensazioni piacevoli che avete riscontrato le riconoscerei alla qualità dell’uva di partenza, all’attenzione nelle pratiche di cantina ma anche, e non ultima in termini d’importanza, alla cura con la quale la bottiglia è stata sicuramente conservata finora. Noi poniamo tutte le attenzioni per mettere in bottiglia un piccolo tesoro, ma conservarlo bene e lasciarlo evolvere nel modo migliore è merito di chi, di questa bottiglia, si prende poi cura. Il premio finale, le belle sensazioni ed il bel ricordo che questa degustazione vi ha lasciato, sono in parte merito nostro, ma sicuramente anche vostro!”

